Clytie illunaris

di Paolo Mazzei

Abbiamo già parlato della Clytie illunaris (Hübner, [1813]) in un precedente articolo di questa rubrica, che riguardava l’entomofauna delle tamerici e che includeva diverse altre specie sia di lepidotteri sia di altri ordini di insetti, tutti legati al genere botanico Tamarix L. Qui ci ritorniamo su, esaminando più in dettaglio tutto il ciclo vitale di questa specie, che appartiene alla famiglia Erebidae, sottofamiglia Erebinae, e che è stata descritta da Hübner nel genere Noctua Linnaeus, 1758.

La distribuzione di Clytie illunaris è europea sud occidentale, dalla Penisola Iberica attraverso la Francia mediterranea all’Italia peninsulare, Sardegna, Sicilia e Corsica comprese, ed è presente anche a Malta, alle Isole Canarie e nelle regioni costiere del nord dei Balcani. Inoltre in Africa settentrionale, Palestina e Yemen.

Le larve si nutrono esclusivamente di foglie e fiori del genere Tamarix: ho trovato larve in natura su Tamarix gallica L., Tamarix parviflora DC. e Tamarix africana Poir., ma è probabile che siano utilizzate anche altre specie di tamerici, dove presenti.

I primi adulti, alla latitudine di Roma, compaiono in natura tra la fine di maggio e i primi di giugno, da pupe svernanti.

Di solito si succedono due generazioni, la seconda delle quali in settembre, ma nelle località più a sud e nelle estati più calde e precoci possono essercene frequentemente anche tre, con gli adulti già attivi a fine aprile e fino ad ottobre inoltrato.

Gli adulti si nutrono sui fiori, dal crepuscolo, ma non disdegnano le secrezioni zuccherine degli afidi (melata).

L'accoppiamento è notturno ed è frequente osservare gli adulti accoppiati sulle piante nutrici, o nelle immediate vicinanze.

Uovo

Le uova sono semisferiche, con numerose costole parallele che decorrono verticalmente dal polo alla base, e sono uniformemente verdi/azzurre appena deposte.

Vengono deposte frequentemente a due a due, base contro base, all’estremità dei rametti verdi delle tamerici, e molto spesso due coppie di uova l’una accanto all’altra.

Nei giorni successivi alla deposizione compaiono sulle uova dei disegni scuri, e poco prima della schiusa la parte superiore diventa verdastra, mostrando in trasparenza il colore della larva quasi pronta a schiudere.

Larva L1

Le larve appena schiuse sono bruno/verdastre e biancastre, con tre bande nocciola sulla capsula cefalica e, delle tre coppie di false zampe presenti alla prima età, l’anteriore è biancastra mentre le altre due, inclusa quella terminale, sono scure: questa è una caratteristica costante, che consente di riconoscere le larve di prima età da quella di seconda età.

La colorazione delle larve e la loro immobilità diurna (si alimentano soprattutto durante la notte) le rendono notevolmente criptiche e quindi ben poco visibili da parte dei predatori, fin dalla prima età.

All’aumentare delle dimensioni e all’avvicinarsi della prima muta, il colore della larva diventa sempre più verde, pur mantenendo la colorazione scura delle due ultime coppie di false zampe (seconda foto).

Larva L2

Alla seconda età il pattern larvale consiste di cinque linee longitudinali verde scuro su un fondo bianco/verdastro, e compaiono due macchie dorso-laterali allungate e bianche sul primo segmento addominale.

Le bande scure cefaliche sono ora verdi chiare, bordate di verde più scuro.

Le coppie di false zampe addominali rimangono tre (le due anteriori, sul terzo e quarto segmento addominale, sono appena accennate e non funzionali), ma la loro colorazione è adesso chiara, senza differenze significative e costanti tra loro.

La seconda delle due foto successive mostra una larva subito prima della seconda muta, verso la terza età: la capsula cefalica della seconda età, rigida e priva della capacità di accrescersi, sporge adesso all’estremità anteriore del corpo, a sinistra in basso, mentre la nuova capsula le è immediatamente accanto, e sarà funzionale subito dopo la muta.

Larva L3

Dopo la seconda muta, la terza età presenta un discreto polimorfismo cromatico: alcune larve rimangono sostanzialmente verdi, con delle macchie dorsali bianche su ciascun segmento, e un aumento delle linee longitudinali verdi scure (adesso sono tra 9 e 11).

Altre larve invece assumono una colorazione in cui le macchie bianche diventano gialle o arancioni, e la colorazione verde acquista dei toni oliva più o meno accentuati.

Larva L4

Le dimensioni delle larva alla quarta età diventano importanti, e la larva, rimanendo verde, risalterebbe comunque troppo sui rametti verdi di tamerice, che sono molto sottili: ha quindi tutto l’interesse a virare al marroncino e a passare sulle parti lignificate, dove ritorna pressoché invisibile.

E infatti la sua colorazione passa dal verde oliva al bruno, e anche le due bande chiare della capsula cefalica si frammentano in macchie chiare separate e più piccole.

La coppia di false zampe del quarto segmento addominale è ora funzionale alla deambulazione, anche se rimane di dimensioni ridotte rispetto a quelle del quinto e sesto segmento.

Larva L5

All’ultima età (L5) tutte le larve sono brune, anche se il pattern è comunque assai variabile, e con l’accrescimento passa da una sottile linea dorsale più scura e due più spesse bande scure dorso/laterali (prima foto), efficace anche sui rametti bruni più sottili, ad una colorazione sempre più uniforme, meglio adattata ai rami più grandi e alla corteccia.

Riserva Naturale di Torre Flavia, Roma, 21 giugno 2023.

Riserva Naturale di Torre Flavia, Roma, 21 giugno 2023.

Ostia, Roma, 13 ottobre 2018.

Ostia, Roma, 9 ottobre 2020.

Foce del Fiume Crati, Cosenza, 16 ottobre 2021.

Pupa

La larva matura costruisce il suo bozzolo rado tra i detriti alla base delle piante, o nella parte bassa del tronco, ma spesso non scende neanche dalle tamerici e fila il bozzolo tra i loro rami, nascondendolo tra i rametti verdi oppure tra i resti seccati dei fiori (terza foto).

Nella quarta foto ho aperto il bozzolo per mostrare la morfologia della pupa.

Adulto

Anche l’adulto è decisamente criptico quando è a riposo sui tronchi delle tamerici, e il pattern alare è assai variabile, soprattutto quanto a tonalità ed estensione delle parti e dei disegni più scuri, in particolare dell’ala inferiore, visibile nelle prime due foto.