Gegenes pumilio

di Paolo Mazzei

Gegenes pumilio è una piccola farfalla diurna appartenente agli Hesperiidae, descritta da Hoffmannsegg nel 1804 nel genere Papilio.

È legata, in Europa, agli ambienti costieri del Mediterraneo, e in Italia la si trova in Sardegna, in Sicilia, da Genova lungo le coste tirreniche fino a tutta la Calabria, e risalendo dallo Ionio e dall’Adriatico fino alla Puglia, con segnalazioni sporadiche più a nord.

In Francia non ci sono più osservazioni da una quindicina d’anni (Philippe Mothiron, lepinet.fr) e anche in Spagna sembra scomparsa, anche se è presente alle Baleari. Più comune nel sud dei Balcani e nella maggior parte delle isole dell’Egeo, arriva, attraverso la Turchia, fino all’Himalaya. È presente inoltre in tutta l’Africa, nell’est del Mediterraneo (Siria, Libano, Israele) e nella Penisola Arabica.

Qui da noi ha due o tre generazioni, da fine marzo a giugno e da agosto a settembre/ottobre (Paolo Palmi, Farfalle Italiane). La larva si nutre di diverse graminacee (Poaceae).

Il mio incontro più recente con questa specie è avvenuto poco sopra la spiaggia di Psìli Àmmos (visibile nella foto successiva), a Sèrifos, nelle isole Cicladi (Grecia), Mar Egeo: il giorno di ferragosto 2022, risalendo dalla spiaggia verso casa, verso le 13, in pieno sole e con un caldo soffocante nonostante il vento, intravedo una farfalla che si infila in un ciuffetto d’erba (genere Setaria Beauv., indicato in foto dalla freccia rossa), ci rimane un istante e sfreccia subito via. Mi fermo a cercare il prodotto della sua rapida sosta e trovo un singolo uovo, incollato su un filo d’erba.

Dal volo e da quel poco che ho visto del colore dell’adulto, mi sembra appartenere agli Hesperiidae, e in particolare alle Hesperiinae, tutte legate alle graminacee come piante alimentari larvali: l’unica specie appartenente a questa sottofamiglia già osservata sull’isola è Thymelicus acteon (Rottemburg, 1775), che però ho sempre incontrato solo in primavera e che ha un volo decisamente più tranquillo. Penso quindi ai Gegenes Hübner, [1819], e, secondo “The Butterflies of Greece” di Lazaros Pamperis, 2022, l’unica specie presente nelle Cicladi è Gegenes pumilio, e l’allevamento ce lo confermerà.

La presenza, ben visibile in foto nella parte bassa, di tutta quell’erba rigogliosa nonostante l’isola fosse molto secca, era dovuta al leggero ritardo con cui era stata svuotata la fossa biologica il cui coperchio si nota in basso a destra nella foto: ritardo che si è rivelato provvidenziale per la deposizione della nostra farfallina.

L’uovo appena deposto è emisferico, biancastro, senza alcun disegno evidente, ma, dopo poco meno di una giornata, alle nove del 16 agosto, erano comparse delle zone irregolari di colore rosso acceso, presenti su tutta la superficie visibile dell’uovo.

A poco meno di tre giorni dalla schiusa il colore dell’uovo cambia ancora: il rosso si diluisce su tutta la superficie e comincia a vedersi qualcosa all’interno in trasparenza.

Solo quattro ore dopo, poco prima delle 14 del 18 agosto, la capsula cefalica è ben visibile in trasparenza e si intuisce che alla schiusa manca molto poco.

La larva è uscita dall’uovo nella notte tra il 18 e il 19 agosto, dopo neanche quattro giorni dalla deposizione. In realtà, la mattina del 19 agosto, l’uovo era già vuoto ma della larva nessuna traccia: ho passato parecchio tempo a cercarla, esaminando il ciuffetto d’erba foglia per foglia con la lente, ma senza nessun risultato, e la davo già per dispersa, non avendo ancora messo la piantina di Setaria con l’uovo dentro un contenitore.

Finalmente, la sera alle 18, faccio un ultimo tentativo accurato di ricerca e questo è quello che trovo: la foglia era piegata e il lavoro della larva era rivolto verso il basso, e non me ne ero accorto.

Tra i due lembi accostati con quelle 17 cuciture bianche si intravede la larvetta, con la capsula cefalica nera lucente. Mi dispiaceva rovinare la cucitura così accurata dei due margini fogliari per poterla fotografare, e quindi queste sono le uniche due immagini che ho realizzato della larva L1.

La prima muta (22 agosto) avviene all’interno del ricovero che la larva ha costruito: alla seconda età (L2) compaiono delle linee longitudinali sul dorso e sui fianchi e la capsula cefalica mostra due zone rosate, simmetriche, ben visibili sul fondo marrone scuro. Tale ornamentazione del capo cambierà di colore ma rimarrà quasi inalterata come disegno fino all’ultima età.

La larva L2 si sposta su una foglia nuova…

… la assaggia, e poi si rimette al lavoro, costruendo un altro ricovero dove nascondersi dai predatori e nutrirsi in santa pace.

Dopo la seconda muta (25 agosto), alla terza età (L3), le cose si svolgono più o meno nello stesso modo: per il rifugio adesso viene scelta una foglia più larga che viene arrotolata fino a creare un tubicino, nel quale si vede solo la testa della larva: ma il suo appetito è notevole e anche la sua casetta viene a poco a poco consumata, e la larva dovrà farne altre prima della muta successiva.

Quanto ai suoi colori, il corpo cambia poco, mentre la capsula cefalica si schiarisce e si ravviva, invertendo i toni: il colore di fondo adesso è rosa chiaro, su cui spiccano disegni più scuri.

La foto successiva (1 settembre) ritrae una larva di quarta e ultima età, immediatamente dopo la muta: in alto a destra, sotto la larva, l’esuvia da cui è uscita, in basso a sinistra la capsula cefalica della precedente età.

La colorazione del capo ancora non ha assunto i toni definitivi: la capsula cefalica ha adesso il colore di fondo verde e i disegni, che saranno rosa chiaro e rosa scuro dopo poche ore (vedi foto successiva), qui hanno ancora un aspetto biancastro uniforme.

Ed ecco la colorazione definitiva: la larva di quarta e ultima età ha il colore di fondo della capsula cefalica verde e non rosa come all’età precedente, e questo è il carattere più evidente per differenziare le larve L3 da quelle L4, oltre ovviamente alle dimensioni.

All’ultima età la larva non si è più costruita un ricovero ma si è nutrita rimanendo esposta sulla foglia, e la stessa cosa l’avevo osservata allevando una larva italiana, trovata in natura alla penultima età (L3) nell’Oasi LIPU di Castel di Guido, Roma (L4 in questa foto).

Probabilmente la larghezza mediamente limitata delle foglie delle graminacee non consentono più alla larva matura di arrotolarle e fissarle con la seta, e la quantità di cibo ingerito renderebbe comunque il tubicino fogliare di durata assai breve.

Quanto alle piante alimentari, in cattività ha accettato piante dei generi Brachypodium Beauv., 1812, Festuca L., 1753 e Bromus L., 1753 senza alcun problema.

Giunta l’ora di impuparsi, né la larva matura greca (10 settembre) né quella italiana hanno abbandonato la pianta nutrice: hanno semplicemente scelto una foglia verde su cui trasformarsi in pupa, e si sono fissate con un cuscinetto di seta all’estremità anale e un sottile cinto dorsale, visibile già nella seconda foto.

La pupa è scivolata fuori dall’esuvia larvale il 12 settembre; il giorno successivo aveva già acquistato la forma definitiva e perso l’aspetto più scuro e translucido nella parte anteriore del corpo (la seconda foto è del 18 settembre).

Pupa, ab ovo, Serifos, Grecia, 12/09/2022.

Pupa, ab ovo, Serifos, Grecia, 18/09/2022.

Pupa, ex larva, Oasi LIPU di Castel di Guido, Roma.

L’adulto di Serifos è sfarfallato il 26 settembre 2022.

Esiste un’altra specie europea di questo genere, Gegenes nostrodamus (Fabricius, 1793), molto simile come larva, come pupa e come adulto. Tratterò i caratteri differenziali tra le due specie nel numero di questa rubrica che dedicherò alla seconda specie, per il momento mi limito a presentare il cosiddetto carattere di Lorkovic´ (Lorkovic´ Z. 1971Gegenes nostrodamus F. and G. pumilio Hffgg. on the eastern Adriatic coast. – Acta Entomologica Jugoslavica 7: 56.):

“parte inferiore dell’ala anteriore con scaglie marrone scuro densamente riunite nella parte basale della cellula discoidale, chiaramente visibili in esemplari preparati (Lorkovic´, 1971) (nelle farfalle diurne questo gruppo di scaglie specializzate fa parte di un meccanismo di accoppiamento dell’ala, vedi Kuijten, 1974), non coperte dalla frangia di peli corti e sottili lungo la parte basale del bordo anteriore della parte inferiore dell’ala posteriore (confronta con G. nostrodamus)” [in quest’ultima specie, i peli di tale frangia coprono il gruppetto di scaglie scure].

Adulto di Gegenes pumilio, ab ovo, Serifos, Grecia.

28: Gegenes pumilio                     29: Gegenes nostrodamus

Carattere di Lorkovic. Da: de Jong & Coutsis, 2017. A re-appraisal of Gegenes Hübner, 1819 (Lepidoptera, Hesperiidae) based on male and female genitalia, with the description of a new genus, Afrogegenes – Tijdschrift voor Entomologie 160, 1 (2017); 10.1163/22119434-16001003.

In queste foto, che ritraggono esemplari freschi sfarfallati da poco, si può notare che il rovescio dell’ala posteriore mostra una macchietta scura sub-triangolare, con la punta rivolta verso la testa e la base appoggiata su una macchietta più piccola e più chiara del colore di fondo, che non sono presenti in Gegenes nostrodamus.

Adulto di Gegenes pumilio, ab ovo, Serifos, Grecia.

Adulto di Gegenes pumilio, ex larva, Oasi LIPU di Castel di Guido, Roma.