Theretra alecto

di Paolo Mazzei

Theretra alecto venne descritta da Linnaeus nel 1758 (primo volume della decima edizione del “Systema Naturae”) nel genere Sphinx, anche lui descritto nello stesso celebre lavoro, nel quale i lepidotteri erano suddivisi in soli tre generi, Papilio (tutte le farfalle diurne o ropalòceri), Sphinx (tutte le sfingi) e Phalaena (tutte le altre specie che non sono né ropaloceri né sfingi).

Il genere Theretra, nel quale viene attualmente inclusa, fu invece creato da Jacob Hübner nel 1819.

La distribuzione principale di questa specie si estende dalla Grecia alla Turchia meridionale e orientale, a Cipro e alla Transcaucasia, Armenia, Georgia, Daghestan, Azerbaijan e la maggior parte dell’Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Kyrgyzstan, il sud del Kazakhstan e Afghanistan, e verso sud fino in Iraq, Libano, Israele , Giordania e le aree più fertili dell’Egitto (Pittaway, Sphingidae of the Western Palaearctic).

In Italia questa specie è probabilmente assente, ma il futuro potrebbe riservare qualche sorpresa, complici anche le temperature estive sempre più elevate.

Esiste infatti una segnalazione per la Sicilia, a Catania (Etna: Ghiliani, 1842 – Insetti di Sicilia determinati dal Sig. F. Ghiliani nel suo viaggio in questa isola. Anno 1839. Lepidoptera), considerata però poco attendibile o accidentale (Parenzan & Porcelli, 2005-2006 – I macrolepidotteri italiani). Nella Penisola Balcanica Theretra alecto si spinge fino in Romania, Bulgaria, nord Macedonia ed è stata più volte segnalata nell’isola di Corfù, che dista poco più di 100 km in linea d’aria dalla Puglia. C’è anche una segnalazione, sul portale iNaturalist, a Portorož (Portorose) in Slovenia, a una quindicina di km in linea d’aria dal confine italiano (Trieste).

Nelle isole Cicladi, dove la specie è molto frequente, e in particolare nell’isola di Serifos, dove ho fatto tutte le foto di questo articolo, la nostra sfinge ha diverse generazioni sovrapposte tra aprile e ottobre, ma si incontrano adulti anche a novembre. Frequenta aree dove sia presente la vite (Vitis vinifera), sua principale pianta alimentare, ed è facile trovare le larve soprattutto sulle viti ornamentali delle zone abitate, forse per la presenza di luci, che attirano gli adulti, e per l’uso più limitato di pesticidi.

Oltre alla vite, si nutre regolarmente, in Europa, di altre Vitaceae ornamentali importate, quali le viti americane (genere Parthenocissus), di origine sia americana che asiatica, e le viti canadesi (genere Ampelopsis), native soprattutto della Cina e introdotte in Canada e negli Stati Uniti alla fine dell’800.

Uovo

Le uova vengono deposte singolarmente, soprattutto sulla pagina superiore delle foglie di vite. L’uovo è ellissoidale (quasi sferico), lucido, verde chiaro appena deposto e tendente al verde/giallino durante il suo rapido sviluppo, ben visibile anche per le sue dimensioni, che arrivano a 2 mm sul lato più lungo.

La durata dello sviluppo dipende fortemente dalla temperatura, nel mese di agosto possono passare solo quattro giorni dalla deposizione alla schiusa, poco prima della quale comincia a intravedersi la larva in trasparenza (seconda foto successiva).

Larva L1

La larva di prima età (L1), appena uscita dall’uovo, è di colore giallo pallido, e il cornetto caudale, dotato di estremità bifida, è grigio, più chiaro all’estremità, e lungo quasi quanto tutto il corpo.

L’involucro dell’uovo, da cui la giovane larva è uscita, viene consumato come primo pasto, e se ne vede la base lucida nella foto, incollata sulla foglia alla destra della larva.

Dopo poche ore il cornetto diventa nero lucido e la larva, appena comincia a nutrirsi della foglia, assume una colorazione verdina, come si può notare nelle tre foto successive.

Le dimensioni delle larve aumentano con l’alimentazione e la lunghezza del corpo, alla fine della prima età, è maggiore del triplo della lunghezza del cornetto.

Larva L2

Alla seconda età compaiono gli ocelli dietro la testa, sui due lati: nelle larve L2 sono appena abbozzati, bianchi, allungati in senso longitudinale, con una piccola macchia nera spostata verso il bordo superiore.

Come nelle età successive, l’ocello più vicino alla testa, su entrambi i lati del primo segmento addominale, è sempre il più grande.

Gli ocelli sono fino a sette per lato, di norma sei, nella parte anteriore dei primi sei o sette segmenti addominali (i tre segmenti toracici ne sono privi), ma dal terzo in poi sono di norma molto sfumati e poco visibili, soprattutto subito dopo la muta.

Nella seconda foto è visibile una larva appena uscita dall’esuvia: si vede chiaramente come il cornetto caudale si è allungato passando dalla prima alla seconda età e ha assunto una colorazione bruna, con l’apice leggermente più scuro.

Larva L3

Dopo la seconda muta, alla terza età (L3), la colorazione della larva può rimanere verde o virare ad un colore bruno/rosato, che rimarrà fino alla maturità. La mia esperienza personale mi suggerisce che le larve rimangono verdi se esposte al sole e a temperature elevate, mentre, allevandole all’interno, è facile che passino al bruno tra la terza e la quarta età.

Gli ocelli, e in particolare i due sul primo segmento addominale, diventano più grandi e vistosi: lo sfondo rimane bianco ma il bordo diventa più scuro e contrastato, e la macchia superiore si tinge di blu e sfuma in un’area rosata nelle larve brune e arancione in quelle verdi.

Larva L4

Nel passaggio dalla terza alla quarta età (L4), il cornetto caudale si riduce leggermente di lunghezza e si inspessisce alla base, e l’ocello sul primo segmento addominale acquista un anello biancastro completo al suo interno, contiguo al margine più scuro.

La quantità di foglie mangiate diventa importante e non è difficile trovare le larve a questo stadio seguendo le tracce della loro alimentazione.

Larva L5

Alla maturità (L5), il cambiamento più evidente riguarda il cornetto caudale, che si accorcia notevolmente, si schiarisce e si incurva leggermente verso il basso, oltre ovviamente alle dimensioni della larva, che possono superare i dieci centimetri.

A questo stadio la presenza delle larve è rivelata, oltre che dalle foglie mangiate, anche dai loro escrementi a terra, ben visibili soprattutto se le viti crescono su pergolati e il suolo è pavimentato.

Confronto tra larve mature di Theretra alecto e Hippotion celerio

Nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo si osserva con una certa frequenza un’altra sfinge con la larva simile che si nutre anch’essa delle foglie di vite, Hippotion celerio (Linnaeus, 1758), e che, soprattutto in estate e in autunno, migra verso nord ed è possibile trovarla qua e là in gran parte dell’Europa.

La tratterò comunque separatamente in un altro articolo nel prossimo futuro, qui riporto solo alcuni dettagli delle larve mature, per evitare possibili confusioni ed errori di determinazione, purtroppo presenti in rete.

Mentre Theretra alecto ha, come abbiamo visto, sei o sette ocelli per lato (almeno tre dei quali ben visibili) di dimensione decrescente andando verso la parte posteriore del corpo, Hippotion celerio ne ha solo due per lato, e quello sul secondo segmento addominale è molto più piccolo, a fondo chiaro e privo di disegni. Inoltre quest’ultima ha, lateralmente nella metà inferiore del corpo, una puntinatura biancastra ben visibile che spicca sul colore di fondo, mentre Theretra alecto ne è priva.

Theretra alecto

Hippotion celerio

Larve L5 verdi, primo ocello: nell’ocello più grande Theretra alecto ha una macchia verde nei due terzi superiori, con la parte superiore nera, come un occhio che guarda verso l’alto, mentre Hippotion celerio ha una macchia verde più grande che contiene quattro macchiette circolari chiare molto piccole, con il bordo più scuto.

Larve L5 brune, primo ocello: la macchia nell’ocello più grande in Theretra alecto è bruna anziché verde, e nera in Hippotion celerio; per il resto valgono le stesse differenze descritte nelle forme verdi: “sguardo in alto” in Theretra alecto, tre o quattro macchiette bianche piccole in Hippotion celerio.

Larve L5 verdi, cornetto caudale: Theretra alecto, come già visto in precedenza, all’ultima età larvale ha un cornetto corto, spesso, chiaro e leggermente incurvato verso il basso, mentre Hippotion celerio lo conserva lungo, sottile, appuntito, scuro e dritto.

Larve L5 brune, cornetto caudale: per il cornetto delle larve brune vale quanto già detto per le larve verdi.

Pupa

Quando l’accrescimento è terminato, la larva è matura ed è il momento di impuparsi, il colore si scurisce – anche nelle larve verdi – e si deve trovare un luogo adatto e riparato per la trasformazione in pupa. Di solito la larva costruisce, con la sua seta, una grossolana camera pupale sul terreno, nel primo strato di foglie secche.

Nei mesi estivi però, a differenza della totalità delle altre sfingi europee, la larva si impupa a volte sulla pianta nutrice, unendo tre o quattro foglie e nascondendosi al loro interno.

Nella foto successiva, la pupa si intravede attraverso le fessure lasciate nella camera pupale. Nella seconda foto ho aperto la camera, per mostrare la pupa già formata.

La pupa è caratteristica per l’astuccio della spiritromba, all’estremità anteriore, che si protende avanti a semicerchio verso il basso per sfumare nella zona ventrale.

Adulto

Chiudo con una carrellata di adulti: sia le femmine che i maschi sono attratti dalla luce artificiale, i maschi in numero maggiore. Il dimorfismo sessuale è molto poco pronunciato: le antenne del maschio sono appena più lunghe e spesse di quelle della femmina, e l’estremità dell’addome e più appuntita e sottile, ma da una immagine dorsale la determinazione del sesso è tutt’altro che sicura.