Hypomecis roboraria
di Paolo Mazzei e Raniero Panfili
La protagonista di questa puntata è Hypomecis roboraria ([Denis & Schiffermüller], 1775), descritta nel genere linneano Geometra e appartenente alla famiglia Geometridae, sottofamiglia Ennominae.
Il suo areale comprende quasi tutta l’Europa e buona parte dell’Asia, fino al Giappone. In Italia è riportata in tutte le regioni settentrionali ma si fa sempre più sporadica scendendo verso il centro ed è assente al sud, con l’eccezione del Vulture, in Basilicata. In Sardegna è presente, mentre la segnalazione in Sicilia è dubbia.
È possibile incontrarla dalla pianura fino a 1200 m, soprattutto nei boschi di latifoglie, dato che le larve sono legate in particolare alle querce ma si nutrono anche di un nutrito numero di altre specie arbustive e arboree, tra cui salici, pioppi, betulle, carpini, ontani, castagni, olmi e diverse rosacee.
La specie è considerata abitualmente monovoltina, con sfarfallamenti da fine maggio a luglio, e localmente bivoltina (Flamigni, Fiumi & Parenzan, 2016. Lepidotteri eteroceri d’Italia. Geometridae Ennominae 2).
Durante i nostri campionamenti al lume l’abbiamo trovata, nel Lazio, sia a metà giugno (Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia, Rieti) che a metà settembre (Pratoni del Vivaro, Roma), in entrambi i casi individui freschi, e quindi nell’l’Italia centrale la specie è bivoltina.
Non è una specie particolarmente frequente ed è facile da confondere, ad un’occhiata superficiale, con le altre grandi specie, più comuni, appartenenti ai Boarmiini, come quelle dei generi Peribatodes e Alcis e la congenere Hypomecis punctinalis.
Entrambi i sessi sono attratti dalle luci artificiali, e le femmine depongono con facilità in cattività. Lo stadio svernante è la larva: le larve dell’unica o della seconda generazione svernano e riprendono l’attività in marzo – aprile, per impuparsi di solito in maggio.
Tutte le larve illustrate nel seguito sono state allevate con foglie di farnia, Quercus robur.
Uovo
Le uova vengono deposte in piccoli gruppi: inizialmente sono verdi, e diventano brune il giorno successivo alla deposizione. Lo sviluppo è assai rapido, anche a causa delle temperature estive al momento della deposizione: la schiusa avviene tra una settimana e dieci giorni dopo la deposizione, ed è preceduta da un ulteriore cambiamento di colore, le uova virano ad una tonalità più aranciata e diventano semitrasparenti, lasciando intravedere la larvetta all’interno.
Larva L1
La larva di prima età è bruna, con la testa arancione, una banda longitudinale dorsale uniforme color mattone e una banda latero ventrale bianca da entrambi i lati del corpo.
Nella prima foto si nota il filo di seta con cui può risalire sul rametto, in caso si lasci cadere per sfuggire ad un predatore.
Larva L2
La differenza principale che si apprezza dopo la prima muta, alla seconda età, è la comparsa di una coppia di macchie scure simmetriche ben evidenti, poste lateralmente sulle fasce brune del secondo segmento addominale. Allo stesso tempo la colorazione, all’avvicinarsi della seconda muta, tende a sbiadire e a perdere di contrasto.
La capsula cefalica, che era approssimativamente emisferica alla prima età, mostra alla seconda due protuberanze arrotondate e non molto accentuate sulla sommità, ai due lati.
Larva L3
Alla terza età le bande longitudinali sono praticamente svanite, ed anche le macchie nere caratteristiche della seconda età: queste ultime due sono sostituite da due rigonfiamenti, poco contrastanti come colore ma comunque ben visibili.
Nella seconda foto è evidente il “filo di sicurezza” che consente alla larva di appendersi in caso di pericolo per poi ritornare sul suo rametto: se cadesse a terra, infatti, date le capacità visive quasi nulle della larva, sarebbe un problema serio riuscire a ritrovare l’albero su cui stava.
Larva L4
La quarta età porta la nostra larva ad avere un aspetto molto simile ad un rametto, con le escrescenze del corpo che simulano i nodi del legno ed il colore che ricorda tutte le sue tonalità.
Sul terzo segmento addominale, ventralmente, e sull’ottavo, dorsalmente, sono ora presenti delle ulteriori piccole protuberanze che spezzano la linea del corpo e migliorano la somiglianza con un pezzetto di legno secco.
E il suo notevole criptismo è reso ancora più efficace dalla postura: la larva rimane immobile, le tre coppie di zampe anteriori strette contro il corpo, che viene mantenuto dritto ad imitare alla perfezione un rametto.
Larva L5
L’ultima età conserva forme e colori della precedente, solo le protuberanze sul secondo segmento addominale sono ancora più accentuate e le dimensioni della larva ovviamente aumentano fino al momento di impuparsi.
Le foto delle larve mature che si trovano in rete (ad esempio su lepiforum.org e su pyrgus.de) mostrano un dettaglio che non abbiamo notato sulle nostre larve: due escrescenze scure, simmetriche, sui lati del terzo segmento toracico.
Potrebbero essere presenti solo sulle larve della generazione estiva (tutte le nostre sono autunnali, cioè da uova deposte da femmine venute alla luce artificiale in settembre), o essere caratteristiche di popolazioni più settentrionali, ma non siamo purtroppo attualmente in grado di sciogliere questo dubbio.
Pupa
La larva matura, quando è pronta per la trasformazione, scende dalla pianta nutrice e si impupa nel terreno, a pochi centimetri di profondità, filando un accenno di bozzolo con poca seta se è necessario irrobustire la cella pupale.
Adulto
Lo stadio svernante di questa specie, come già detto più su, è la larva, e quindi la pupa è di breve durata, normalmente due o tre settimane.
Maschi e femmine hanno disegni alari praticamente indistinguibili: il dimorfismo sessuale è evidente, oltre che nelle dimensioni dell’addome, nella morfologia delle antenne, che sono filiformi nella femmina e vistosamente bipettinate nel maschio, ma solo nei tre quarti basali.
Anche allo stadio adulto Hypomecis roboraria è notevolmente criptica sia sulle rocce che sui tronchi, dove normalmente rimane immobile durante la giornata, dato che la sua attività è unicamente notturna.