Abrostola agnorista

di Paolo Mazzei

Abrostola agnorista è una specie che è stata descritta da Claude Dufay nel 1956, separandola da Abrostola triplasia (Linnaeus, 1758), dalla quale si distingue con molta difficoltà basandosi solo sul pattern alare, mentre si distingue agevolmente in base alla morfologia dell’apparato genitale. Appartiene ai Noctuidae Plusiinae Abrostolini.

Nella “Guide des papillons nocturnes de France” del 2007, coordinata da Roland Robineau, si legge, nel paragrafo dedicato a questa specie: “La larva, recentemente scoperta in Francia, sembra molto vicina a quella di A. triplasia. È stata scoperta su Parietaria“. Ho chiesto agli amici francesi se si sapeva qualcosa di più sugli stadi larvali, e mi ha risposto David Demerges, uno degli undici autori della guida citata: “un entomologo l’aveva allevata nelle Alpi Marittime e aveva verificato la determinazione”; cioè, presumo che tale entomologo avesse trovato una larva sulla parietaria, l’adulto derivato dalla quale è risultato essere appunto una Abrostola agnorista. Ma non mi risulta pubblicata, comunque, nessuna immagine né descrizione della larva.

La distribuzione di questa specie, per quanto se ne sa attualmente, è limitata al sud-est della Francia, alla Corsica, al sud della Svizzera, all’Italia inclusa la Sicilia e alla Penisola Balcanica fino alla Grecia, compreso il Peloponneso.

Il 10 maggio 2021 trovo, intorno alle 23 sotto la mia lampada al mercurio accesa sul muro posteriore di casa, a Rocca di Papa (Roma), la femmina di Abrostola mostrata nelle due foto successive.

A colpo d’occhio la considero una Abrostola triplasia, per la colorazione delle ali scura e assai uniforme.

Avendo solo vecchie foto della larva di questa specie, fatte in diapositiva nel 1993, la prendo per tentare una deposizione in cattività ma, essendoci sempre il miraggio della Abrostola agnorista, metto nella gabbietta in tulle che l’avrebbe ospitata per un paio di notti sia dell’ortica (Urtica dioica) che della parietaria (Parietaria officinalis), circa in ugual quantità e disposte ai due vertici opposti della gabbietta, con i gambi in due recipienti in vetro colmi d’acqua. Come piante alimentari di Abrostola triplasia è citata sempre l’ortica, a volte anche il luppolo (Humulus lupulus), mai la parietaria.

La sera successiva alla sua comparsa, l’11 maggio, metto la femmina nella gabbietta e la mattina dopo trovo una decina di uova deposte sulla parietaria e nessuna sull’ortica, due delle quali sono visibili nelle due prossime foto. La seconda sera, il 12 maggio, depone altre 12 uova sulla carta stesa sul fondo del contenitore, prima di essere rilasciata.

Tutte le larve, una ventina, appena schiuse cominciano a nutrirsi sulla parietaria e nessuna sull’ortica, incluse quelle deposte sulla carta, nonostante avessero entrambe le piante a disposizione, facilmente raggiungibili anche per una larva così piccola.

La larva di prima età ha la capsula cefalica nera ed il corpo verde.

Alla seconda età la testa vira al giallo-verdino e compaiono delle macchiette nere.

Dalla terza età la colorazione si avvicina progressivamente a quella finale. Comincia a comparire il pattern dorsale e le due macchie biancastre laterali su uno degli ultimi segmenti, ma la prime due paia di pseudozampe sono ancora piccole e poco utilizzate.

Alla quarta età le quattro paia di false zampe sono tutte più o meno delle stesse dimensioni e vengono utilizzate tutte per la deambulazione, a differenza di molte altre Plusiinae.

Comincia a vedersi la macchia scura dorsale con le due macchie bianche adiacenti.

E siamo alla quinta e ultima età: il pattern delle larve mature è significativamente diverso da quello di Abrostola triplasia, e la probabilità che si possa trattare di Abrostola agnorista si fa quindi sempre più concreta. Le prossime sei foto sono larve L5, e poi, per confronto, una foto di larva matura di Abrostola triplasia.

La foto precedente mostra la larva matura di Abrostola triplasia, gentilmente fornita da Diego Reggianti. La successiva è un confronto tra una di queste larve, a sinistra, e Abrostola triplasia, a destra.

In Abrostola triplasia le due macchie biancastre poco dietro la testa sono molto evidenti e decisamente più grandi, e il loro bordo esterno è netto e ben definito e non irregolare e sfumato come nelle larve ottenute in questo allevamento.

Ci sono quindi due fattori che fanno ritenere queste larve delle Abrostola agnorista: la differenza nella colorazione rispetto ad Abrostola triplasia, e la netta preferenza per la parietaria come pianta alimentare. Ma l’ultima parola la dirà l’esame degli apparati genitali degli adulti, una volta sfarfallati.

Intanto le larve, verso i primi di giugno, cominciano ad impuparsi; diverse filano un bozzolo rado tra le foglie di parietaria, trasformandosi al suo interno (prima foto), altre fanno il loro bozzolo tra le foglie secche e i detriti sul terreno.

Il 18 giugno la prima schiusa, poi, fino al 23 giugno, ne schiudono altre nove, cioè poco meno della metà. L’ornamentazione delle ali è ben poco variabile, come si può vedere dalle foto successive, che rappresentano 4 individui diversi.

Per confronto, un adulto di Abrostola triplasia, nata da una larva con il pattern tipico di questa specie (foto di Diego Reggianti).

Gli ultimi tre degli adulti sfarfallati, lasciati insieme nella gabbietta di schiusa con ortica e parietaria durante una mia settimana di assenza a fine giugno – inizio luglio, si sono accoppiati e hanno dato vita ad una ulteriore generazione larvale in cattività. Il controllo della morfologia dei genitali di questi tre individui, eseguita da Carlo Cabella, ha confermato l’ipotesi che aveva preso piede nel corso dell’allevamento: si tratta in effetti di Abrostola agnorista, e le foto pubblicate qui sopra costituiscono quindi, con tutta probabilità, la prima documentazione fotografica degli stadi preimmaginali di questa specie.

La foto del preparato dei genitali di un maschio, fatta da Carlo Cabella, è visibile nell’immagine che segue.